Grande occasione il 9 novembre al Locomotiv di Bologna, nell'ambito del Bologna Jazz Festival, per ascoltare Kamasi Washington, uno dei musicisti più innovativi ed esplosivi della black music contemporanea, un personaggio che al di là delle pur solide radici jazz ha saputo coniugare tutti i generi tipici della scena black: dal soul, all'hip-hop al blues.
Nato nel 1981 nella periferia di Los Angeles, da madre flautista e padre sassofonista. Kamasi Washington ha iniziato da autodidatta giovanissimo poi è iniziata una carriera sempre in crescita grazie al suo talento e alla sua personalità al di sopra delle righe con collaborazioni trasversali con le più varie personalità musicali tra cui Kenny Burrell, Wayne Shorter, Herbie Hancock, George Duke nel jazz, giganti del soul quali Lauryn Hill, Chaka Khan, Raphael Saadiq e nell’hip hop Snoop Dogg, Nas e Kendrick Lamar per il quale ha registrato il suo sax per il recente “To Pimp a Butterfly”. Oggi a trentaquattro anni ha pensato di esordire con clamore con un lavoro colossale di quasi tre ore uscito in tre cd, non a caso intitolato “The Epic”: un immenso lavoro di assemblaggio musicale durato quasi cinque anni, sostenuto da un soffio di fervore rivoluzionario, il tipo di gesto che si associa con qualcuno che vuole rovesciare le tradizioni. Il progetto è sostenuto da un ensemble di dieci musicisti completato da un'orchestra di trentadue elementi e un coro di venti persone.
La band è un collettivo di musicisti di Los Angeles che si frequentano dai tempi del liceo con Kamasi Washington al sax tenore, il tastierista Brandon Coleman, il pianista Cameron Graves, il trombonista Ryan Porter, il trombettista Igmar Thomas, il percussionista Leon Mobley, e la cantante Patrice Quinn e una doppia sezione ritmica, con i due bassisti Thundercat (Stephen Bruner) al basso elettrico e Miles Mosley al contrabbasso e i due batteristi Ronald Bruner Jr. e Tony Austin.
La sua musica è un jazz incendiario ispirato dai grandi maestri neri del passato, in primis Coltrane Charlie Parker e Mingus, ma anche dai suoni liberi del Miles Davis di “In A Silent Way” e le contaminazione elettriche dei Weather Report, per passare dagli spunti mistici e cosmici di Sun Ra, da cui ha ripreso il presentarsi in palcoscenico con una lunga tunica bianca decorata da simboli esoterici, rendendo il personaggio ancora più imponente e di grande impatto visivo. A parte gli assolo di Kamasi, anfetaminici, vulcanici e da lasciare senza fiato per l’energia profusa, gli altri assolo sono democraticamente distribuiti tra i membri della band ma si inseriscono senza stacchi evidenti nelle composizioni e armonie corali, grazie ad arrangiamenti ben orchestrati, dove il jazz si sposa perfettamente al blues, al rock, al latin, al rhythm&blues e al soul, fino a citazioni da Debussy, in un continuum sempre pieno di energia. Un suono talmente ricco da stordire, ma al tempo stesso malleabile, fluido, organico, godibile, dalle mille rifrazioni, impossibile da sintetizzare a parole: resta l’occasione preziosa di poterlo gustare nel migliore dei modi, dal vivo, con buona parte della sua band, e siamo sicuri che la mancanza dell’orchestra e del coro non si avvertirà date le personalità dei musicisti in gioco.
Locomotiv Club, Bologna
9 novembre 2015 0re 21:30